Francesco Trebbi

Direttore Sportivo Categorie Internazionali di Ciclismo 3º liv. FCI

Francesco Trebbi

Mi chiamo Francesco Trebbi e la mia storia nello sport inizia in una piccola frazione riminese, dove passavo i pomeriggi a rincorrere un pallone su un campo improvvisato. Niente smartphone, niente videogiochi: solo ginocchia sbucciate, amici di casa e una fantasia capace di trasformare qualsiasi strada in un’arena.
A ripensarci oggi, era l’inizio perfetto: movimento puro, istintivo, felice.

Gli anni dell’adolescenza mi portarono a sperimentare ogni disciplina possibile. Calcio, baseball, tennis, basket, beach volley… ero attratto da tutto ciò che permetteva al corpo di esprimersi. Poi arrivarono gli anni di Terminator e Rocky: l’energia del culturismo mi travolse. Entrai in palestra con l’idea ingenua di emulare i miei idoli — Schwarzenegger e Stallone — e in pochi mesi il mio corpo esplose di muscoli. Non sapevo ancora quanto complesso fosse realmente il mondo del bodybuilding, ma quella prima esperienza mi insegnò che avevo una predisposizione fisica fuori dal comune… e che il talento, senza consapevolezza, è soltanto metà dell’equazione.

Fu una fase intensa, ma non definitiva. La mia vera trasformazione arrivò quando incontrai il Tae Kwon Do. Rimasi folgorato: un’arte marziale spettacolare, dinamica, capace di fondere velocità, potenza, salti e tecnica. Nonostante il fisico possente che mi portavo dietro dal culturismo, in un anno mi trasformai completamente: 70 kg su 1,76, agile come un felino, veloce, reattivo. Di nuovo, il mio corpo cambiava… ma questa volta lo faceva per seguire la mia curiosità.

2008: la svolta che cambia tutto. Il ciclismo.

Rientrato in Romagna, incontrai per caso il ciclismo. Non fu amore a prima vista: per chi, come me, veniva da sport di forza e potenza, la bici era uno shock. La sella non era un problema — lo erano le fibre veloci, ipertrofiche, che imploravano stop a ogni salita. Crollavo presto, faticavo più degli altri, ma qualcosa dentro di me si accese.

Volevo capire. Volevo andare oltre.

Mi immersi nella fisiologia, negli studi sull’adattamento, nei testi che erano considerati la “bibbia” dell’allenamento ciclistico. Il peso scendeva, la resistenza saliva, l’agilità — affinata nelle arti marziali — diventava un’alleata preziosa.
Non ho mai cercato trofei. Ho trovato qualcosa di molto più grande: la mia vocazione.

Diventare un preparatore atletico non è stata una decisione. È stata una conseguenza.

Con gli anni, competenze ed esperienza crescevano. Ma non volevo improvvisare: desideravo comprendere a fondo cosa significhi davvero allenare un atleta. Così ho iniziato a studiare i migliori, tecnici italiani e internazionali, contattandoli, incontrandoli, facendomi spazio con forza di volontà e tanta, tanta curiosità.
Spesso li ho “assillati”. Sempre con rispetto, sempre con fame di sapere.

La mia filosofia oggi

La mia visione si è formata negli anni e nelle collaborazioni con professionisti eccellenti. E se c’è una cosa che ho imparato è questa:

La performance non è una torre d’avorio.
È un ecosistema.

Condivisione, confronto, ascolto.
È qui che l’allenamento diventa scienza applicata.
È qui che nascono soluzioni nuove.
È qui che gli atleti — amatori o professionisti — riescono finalmente a esprimere il loro vero potenziale.

La mia passione oggi i è aiutarti a scoprire i watt nascosti che non sai ancora di avere.
Quelli che ti cambiano la percezione del tuo corpo, del tuo limite e del tuo potenziale.

La mia passione è aiutarti a trovare i watt nascosti che non sai ancora di avere.
Quelli che cambiano la percezione del tuo corpo e del tuo limite.

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